Diversamente dal resto d'Italia dove gli usi civici furono generalmente concessi dalla classe padronale o governante, quale corrispettivo di prestazioni imposte o per permettere un minimo di sostentamento economico, qui in Trentino i demani civici sono autoctoni, o endogeni, vale a dire che sono nati in seno alle Comunità stesse. I vecchi Statuti, le Regole, le Vicinie, ecc. dimostrano come le popolazioni trentine avessero sviluppato questa capacità d'auto - amministrarsi e di darsi precise regole, molto prima che i potenti occupassero il nostro territorio, (i Romani, i Longobardi, i Franchi, l'Impero, il Papato, il Principato Arcivescovile, l'Impero Austro-Ungarico ed il Regno d'Italia) e riconoscessero formalmente tali ordinamenti, che nella sostanza erano già in atto e spontaneamente vigenti. Fu probabilmente un'esigenza di difesa e di collaborazione, nata dalla necessità di affrontare assieme compiti ed iniziative che esulano dalle possibilità individuali.
Questo fenomeno si è particolarmente reso evidente qui in Trentino, per il fatto che il territorio montano, isolato tra i monti per sfuggire alle paludi del fondovalle e stretto tra gli aspri dirupi che rendono esiguo il terreno coltivabile e difficilmente divisibile. Va inoltre ricordato che la popolazione trentina ha nel suo DNA delle innate capacità organizzative e gestionali, tipiche delle popolazioni montane, e qui particolarmente potenziate. Ciò spiega anche l'esigenza originariamente sentita, di stabilire delle regole comuni finalizzate al pacifico godimento collettivo, e contemporaneamente alla conservazione del patrimonio per le generazioni future.